A lui è dedicato lo spazio principale dello studio. E’
stato un batterista energico come si addice ad un vero rockettaro con la
continua ricerca del passaggio estetico. Se non avesse avuto quel pudore che lo
allontanava dalle jam-session blues di quel periodo, molto fortunato del
Cencio’s Club di Prato, sarebbe stato certamente notato da un più nutrito
gruppo di musicisti dell’area fiorentina. Quasi sempre presente nella realizzazione
di tutti i back-lines dei più importanti palchi toscani con MOKKE’S, era
conosciuto ed apprezzato anche come assistente di palco. Ho avuto il piacere di
collaborare con lui in un progetto di cover band “MANIA” dove brani di Kravitz
e R.H.C.P. facevano la parte del leone. Nella band spiccava la presenza del
cantante Beppe Di Figlia oggi apprezzato insegnante di canto moderno. Il
ricordo che più mi segue di lui è quell’espressione, quello sguardo tra il
divertito e il furbetto che lasciava intendere che lui già sapeva, già c’era
passato, come se si divertisse a pensare “adesso vediamo come te la cavi tu.”
Adesso che ci penso, malgrado fossimo tutti e due piuttosto sanguigni, non
abbiamo mai litigato seriamente, cosa che invece con altri faccio piuttosto
spesso. Se ne è andato all’inizio di una estate e adesso forse ci guarda,
sempre con quello sguardo sornione, e, sono sicuro, critica sempre tutto…….
Stefano “zio” Battaglia